Con lei perdiamo una personalità difficile da descrivere in poche righe, un mosaico di sfumature che spaziavano dalla più delicata sensibilità, ad un’eccezionale energia e determinazione. Ed è stata forse proprio questa magnifica alchimia a renderla capace, anche dopo la morte del Maestro, di mantenerne vivo più di chiunque altro il ricordo, come artista e come uomo. La scomparsa di Emanuela significa anche averci privato dell’ultima discendente che ha potuto vivere al fianco del Maestro e di cui ha tramandato in prima persona il ricordo più intimo e familiare, quello dell’uomo e del nonno Arturo, rivelandone aspetti di una personalità che nel privato era complessa ma al tempo stesso semplice, capace di manifestare un affetto profondo e disarmante. All’indomani di questa perdita è ancora più importante perpetuare il ricordo del Maestro, così come lei ha saputo insegnarci in tutti questi anni: un’eredità collettiva, poiché il nome di Toscanini è un patrimonio culturale in senso assoluto e come tale abbiamo l’obbligo morale di preservarlo, nella sua purezza e veridicità. Quando nel 1967 venne creato il Museo Casa natale Arturo Toscanini, grazie al prezioso lascito di quello che è un vero e proprio “archivio di famiglia”, donato dai discendenti del Maestro alla sua mai dimenticata Parma, fu grande l’apporto offerto da Emanuela di Castelbarco: la sua volontà e attiva partecipazione a condividere un patrimonio il cui valore va ben oltre le carte e i cimeli di famiglia, ha fatto sì che questo museo diventasse qualcosa di più che un semplice luogo di visita, così che ancora oggi, dopo oltre cinquant’anni, meraviglia e ammirazione sono le sensazioni che restano nel cuore di chi ne varca la soglia.